
Ponte acustico in copertura tra unità immobiliari
Parte del testo seguente è tratto dal libro “Difetti nella progettazione acustica in edilizia” edito Maggioli. Tutti i diritti sono riservati. Non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti senza l’autorizzazione dell’autore e di Maggioli S.p.A..
Il deficit acustico prodotto dalla connessione tra partizioni divisorie e coperture leggere, come visibile in figura 1, può annullare completamente l’isolamento acustico delle partizioni stesse. È uno dei problemi che si riscontra con maggior frequenza.
In presenza del ponte acustico di attacco tra parete e copertura, partizioni che potrebbero tranquillamente fornire valori di potere fonoisolante apparente R’w maggiori di 50 dB si attestano spesso su valori di molto inferiori, tipicamente tra 35 e 45 dB a seconda della criticità.
In figura 1 un esempio di risultati da misure in opera della stessa stratigrafia di parete e di geometria dei locali, di cui una partizione realizzata al piano terra tra due solai in laterocemento, mentre l’altra al piano sottotetto dotato di copertura lignea e con arresto della partizione all’intradosso dell’assito, analogamente a quanto visibile nella fotografia di sinistra della figura 2.


Con strumenti che permettono di visualizzare il suono come le “camere acustiche”, è possibile vedere il punto critico con estrema facilità.
Nel video seguente si nota il passaggio di rumore dalla trave di colmo e dalla copertura nel punto che separa due unità immobiliari.
Ecco qui sotto lo schema di come è stato realizzato il video, ponendo una sorgente di rumore presso l’unità immobiliare 1 e la camera acustica nella unità immobiliare 2.

Premesso che una copertura lignea o leggera in generale non deve mai essere realizzata con materiali leggeri e a celle chiuse (anche solo per dare il giusto comfort a livello di surriscaldamento estivo aumentando la capacità termica e lo sfasamento dell’onda termica con materiali fibrosi e con masse volumiche sufficientemente elevate), vediamo quali sono le criticità potenziali facendo riferimento allo schema di figura 3.
Ribadito che la trasmissione del rumore da un’unità all’altra è anche una questione vibrazionale, nello schema di figura 3, immagine di sinistra, sono identificati a titolo “esemplificativo” i tre percorsi/modalità seguiti dal suono.
La freccia “D” rappresenta il percorso diretto. Non riducibile sostanzialmente se non modificando la stratigrafia della partizione.
La freccia “A” rappresenta la trasmissione “prevalentemente” aerea del rumore attraverso gli strati coibenti che compongono la copertura.
La freccia “V” rappresenta la trasmissione “vibratoria” attraverso gli strati della copertura, assito, travetti, travi portanti.
Nello schema di sinistra la partizione divisoria si arresta all’intradosso della copertura. Le vie di trasmissione acustica “A” e “V” risultano pertanto importanti, inficiando di certo la prestazione della partizione.

Il tutto nell’ipotesi che la copertura come “pacchetto” abbia un isolamento acustico adeguato, poiché se così non fosse vi sarebbe un ulteriore scavalcamento del suono in uscita dalla copertura verso l’esterno dal locale emittente e rientro dall’esterno attraverso la copertura del locale ricevente. Con copertura sufficientemente isolate acusticamente questa ulteriore via di propagazione è trascurabile.
Se la partizione viene realizzata come nello schema di sinistra il contributo acustico dei percorsi “A” e “V” può essere quantitativamente paragonabile se non addirittura molto superiore a quello del percorso diretto “D”.
L’isolamento acustico e i parametri acustici da esso conseguenti presenteranno valori scarsi e di molto inferiori rispetto ad una corretta realizzazione, rappresentata nello schema di destra. Nello schema di destra la partizione viene fatta proseguire, completamente o parzialmente, oltre l’intradosso di copertura. L’assito e le strutture portanti secondarie (e possibilmente anche quelle principali), si arrestano alla partizione. La trasmissione attraverso le vie “A” e “V” risulteranno diminuite, permettendo se correttamente realizzata la correzione del ponte acustico di rispettare i limiti normativi.
La via “A” viene limitata grazie alla impedenza fornita dalla porzione di partizione che divide lo strato isolante, mentre la via “V” viene limitata andando a disconnettere fisicamente gli elementi che transitano tra le distinte unità immobiliari. Soprattutto per l’aspetto di disconnessione strutturale delle strutture principali e secondarie portanti è fondamentale intervenire immediatamente alla genesi del progetto con la giusta sinergia tra il progettista acustico e strutturale.
La partizione e la porzione della partizione che prosegue oltre l’intradosso non devono inoltre produrre una ri-connessione rigida.
Nelle figure 4, 5, 6, 7 e 8 sono visibili alcuni dettagli costruttivi e fotografie scattate durante la realizzazione di alcuni interventi di correzione del ponte acustico di copertura, posti in opera e collaudati con esisto positivo sia per strutture di partizione in laterizio, sia per strutture di partizione a secco in cartongesso.
I codici numerici dei dettagli costruttivi sono correlati ai medesimi materiali e sono rispettivamente:
- materassino in lane minerali a chiusura dello strato di ventilazione del tetto ventilato, solamente nella porzione sovrastante la partizione divisoria;
- sigillatura elastica;
- muratura in blocchi in laterizio;
- foglio in gomma da 2÷3 mm per limitare il passaggio della rumorosità nei pressi del ponte acustico – questo per tener conto che le perline sottostanti sono ad incastro e possono presentare un più agevole passaggio di rumore dalla fessura di accostamento tra una perlina e l’altra;
- ventilazione copertura;
- blocco di legno sigillato posato prima della partizione necessario al contenimento della lana minerale durante la posa, con anche funzione di “elemento” limitatore del passaggio di rumore per incremento dell’isolamento acustico e di guida per la posa della partizione che avverrà successivamente dall’interno, al fine di permettere il completamento esterno della copertura prima della realizzazione delle partizioni interne.
In figura 4 e 7 schema e realizzazione del medesimo dettaglio di taglio acustico in presenza di partizione in laterizio, il cui completamento della partizione è avvenuto dall’estradosso della copertura. Le frecce in figura 7 indicano il taglio acustico della copertura.


In figura 5 e 6 e 8 gli schemi grafici bidimensionale e tridimensionale (quest’ultimo con una specifica relativa al passaggio e alla sigillatura di alcune tubazioni che dovevano necessariamente passare in copertura) e la fase di realizzazione del medesimo dettaglio di taglio acustico realizzato in presenza di partizione in cartongesso, il cui completamento è avvenuto dall’interno dei locali.



Che risultato ha fornito una tale parete, con gli accorgimenti messi in atto descritti in precedenza?
Ecco i risultati di misura in opera a fine lavori:

Il risultato è stato OTTIMO, considerando che la parete nel sottotetto ha dato un buon 66 dB come indice di potere fonoisolante apparente R’w, ma è anche visibile che la stessa parete, identica, rilevata al piano sottostante, dotato di medesima tipologia di pavimento e di pareti perpendicolari, ma di soffitto realizzato con solaio in laterocemento e controsoffitto in cartongesso, ha fornito una prestazione ben superiore.
Quindi, in sintesi, il potenziale ponte acustico di contatto tra parete divisoria e copertura va attentamente curato con dettagli costruttivi ad hoc, variabili a seconda della tipologia costruttiva, ma sempre con il principio che la parete prosegua sopra l’intradosso di copertura.
Ovviamente, oltre all’aspetto acustico, vanno sempre tenuti in conto il controllo dei ponti termici, la tenuta all’aria, aspetti strutturali e di dilatazioni differenziali etc. etc.