Parte del testo seguente è tratto dal libro “Difetti nella progettazione acustica in edilizia” edito Maggioli. Tutti i diritti sono riservati. Non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti senza l’autorizzazione dell’autore e di Maggioli S.p.A.

La tecnica probabilmente più utilizzata per limitare il disturbo dovuto al calpestio prevede di realizzare un elemento “rigido”, assimilabile ad una massa flottante, posizionato al di sopra di un elemento “elastico” tipicamente continuo e in gergo denominato materassino anticalpestio o strato anticalpestio, più correttamente secondo la norma UNI 11516 relativa alla posa dei sistemi di pavimentazione galleggiante definito “strato di desolidarizzazione”.

L’obiettivo della tecnica a “pavimento galleggiante” è di confinare la vibrazione alla massa rigida colpita dall’impatto del calpestio, evitando che tale vibrazione venga trasmessa agli elementi edilizi contigui e da questi ai locali circostanti, generando successivamente rumore.

11.5

Gli strati di desolidarizzazione in commercio sono dei più svariati tipi e materiali, dai feltri ai materiali espansi alle gomme.

In analogia ai temi della disconnessione vibratoria tra gli elementi di pavimento si riporta un esempio di posa che riteniamo non adeguata. Stiamo parlando della connessione rigida tra massetto copri-impianti e le pareti, interne, esterne o di separazione tra unità immobiliari, in pratica tutti gli elementi verticali presenti, ossia della necessità di inserire una bandella perimetrale anche al di sotto del livello del massetto di pavimento con l’obiettivo di creare una disconnessione tra il massetto impianti e le pareti perimetrali.

Nella figura 11.38 la posa errata è visibile nella fotografia di sinistra, mentre nella fotografia di destra è visibile la modalità di posa corretta. Nella fotografia di destra è infatti presente lo strato di disconnessione (bandella morbida) su tutto il perimetro degli elementi verticali che evita al massetto copri impianti di creare una connessione rigida con questi elementi.

11.38

Nella figura 11.37a si riporta uno schema progettuale tipo. Nella figura i numeri rappresentano: 1) materassino anticalpestio – strato di desolidarizzazione, 2) fascia antivibrante sotto muratura, 3) bandella perimetrale, 4) zoccolino in legno, staccato dal pavimento di 0,1 mm. Si fa notare che l’intonaco non deve arrivare a contatto con la pavimentazione. Il dettaglio vale sia per le partizioni divisorie tra unità immobiliari, sia per le partizioni interne e sia nel caso di partizioni esterne, ognuna con le proprie attenzioni costruttive specifiche.

11.37a

L’attenzione alla disconnessione vibratoria di tale punto porta vantaggi sia al controllo del rumore di calpestio (in misura minima se tutto il sistema anticalpestio è ben fatto), ed alla trasmissione del rumore aereo e di rumori ad oggi non normati dalla legislazione vigente quali il rumore di porte durante la chiusura, lo scorrimento per porte scorrevoli, il “click” degli interruttori o il rumore generato dalla scopa che sbatte contro i battiscopa durante le pulizie.

Per rendere maggiormente chiaro il concetto si riportano due schemi esplicativi, nelle figure 11.37b e 11.37c. Nel concetto che andiamo a descrivere si cela tutta l’acustica edilizia.

La figura 11.37b rappresenta una posa errata. È presente la fascia sotto la muratura, comunque necessaria, ma la riconnessione data dal massetto, ancorché alleggerito, ne riduce l’efficacia. Allargando la visione alle possibili sorgenti di rumore presenti all’interno degli edifici troviamo: calpestio, rumori aerei e rumori accessori, come appunto i pulsanti dell’illuminazione, movimentazione di sanitari, etc. Le vie di propagazione, in acustica da vedersi sia come ingresso ma anche come uscita, in base alla posizione della sorgente che attiva la vibrazione, sono indicate nelle figure: A, B, C, D.

“A” rappresenta l’ingresso o uscita da parte del pavimento. Il sistema galleggiante riduce di suo l’influenza di tale via di propagazione. La via “B” è legata all’appoggio della parete al solaio. La presenza della banda antivibrante alla base della parete riduce l’influenza di tale via di propagazione. La via indicata con la lettera “D” rappresenta le superfici degli elementi edilizi, che ricevono la rumorosità aerea (e impattiva) e la trasferiscono alle strutture contigue, le quali a loro volta la riemettono negli ambienti su cui si affacciano. Per tale motivo le superfici edilizie devono essere viste sia come “ricettore” che come “emettitore”. Ad esempio se qualcuno parla nell’alloggio sottostante il solaio e le pareti del locale emittente vengono messe in vibrazione, ricevendo le onde sonore. Ognuna di esse vibrerà più o meno in base alla sua massa, rigidezza, frequenze di risonanza etc. La vibrazione viene poi trasferita al solaio e da qui agli strati che sono rigidamente collegati con esso, quali ad esempio il massetto copri impianti.

La stessa parete, collegata al massetto copri-impianti, vibrerà riemettendo la rumorosità nell’ambiente ricevente. Ovviamente il percorso è invertibile: se la parete vibrasse per via di rumori presenti nell’alloggio sovrastante, la vibrazione sarà trasmessa al solaio e da qui alle pareti ad esso connesse. Riducendo la connessione rigida di questi componenti si riduce la trasmissione di vibrazione e di conseguenza di rumore. Per limitare tale effetto trasmissivo occorre intervenire anche sulla via di propagazione “C”. Per limitare la via di propagazione “C” basta semplicemente inserire una striscia di materassino morbido sul perimetro, analogamente a quanto già avviene sul perimetro del massetto di pavimento per la corretta creazione della “vasca” anticalpestio.  Il tutto come indicato nella figura 11.37c.

11.37b
11.37c

Per meglio far comprendere ai lettori meno esperti di acustica riportiamo un esperimento grossolano ma esplicativo di quanto la presenza delle disconnessioni vibratorie incida nella capacità di ridurre la propagazione di vibrazioni e rumore.

L’esperimento è fatto misurando l’accelerazione su un solaio in calcestruzzo pieno quando viene colpito ripetutamente da un martello, producendo colpi sempre con la medesima intensità.

Le casistiche simulate sono quattro: A) solaio nudo, B) solaio nudo con massetto in calcestruzzo solamente appoggiato, C) solaio nudo con massetto in calcestruzzo appoggiato ma con interposto materassino in gomma, D) solaio nudo con strato in gomma sulla superficie, il tutto come visibile in figura 11.73.

Poco sotto era installato un accelerometro per la misura del livello di accelerazione ricevuto a seguito di ogni colpo del martello.

11.73

Nella figura 11.74 si riportano i livelli di accelerazione rilevati nel punto in cui era installato l’accelerometro. Anche nella configurazione “B” vi è una minima riduzione, poiché il cubo/massetto non è “gettato” in opera ma solo appoggiato e la superficie di collegamento con il solaio pieno è di conseguenza minore rispetto a un massetto che vada a connettersi in modo continuo su ogni superficie.

Considerando che il rumore prodotto nell’ambiente ricevente è proporzionale ai livelli con cui la superficie vibra (indicazioni dettagliate sono riportate nel capitolo impianti del libro “difetti nella progettazione acustica degli edifici”) è facile comprendere perché occorre controllare che la vibrazione data dalla sorgente venga smorzata direttamente alla sorgente stessa o lungo la via di propagazione, prima di arrivare al recettore, indipendente che avvenga verticalmente, orizzontalmente o in altre direzioni, in quanto una minima riconnessione, indipendentemente dalla direzione, comporta una via di propagazione preferenziale del rumore.

Questo vale per tutte le sorgenti, dagli impatti sul pavimento dovuti al calpestio, alla vibrazione di macchinari e impianti prima che entri nelle strutture edilizie, ma anche a sistemi di chiusura automatica ad esempio, come tende e avvolgibili, oppure a chiusure di sanitari, come ad esempio asse del WC, o anche chiusura di ante di mobili, etc, che in altri paesi europei sono addirittura considerati parte dei requisiti acustici da rispettare.

11.74

E’ quindi evidente che piccoli accorgimenti possano aumentare il comfort acustico degli edifici, cosi come piccole disattenzioni ed errori possono pesare drasticamente sui risultati a fine lavori.